L'Università, vessata dalle continue riforme e dai tagli nelle leggi finanziarie degli ultimi tempi, sta vivendo una progressiva dipendenza dai finanziamenti dei privati e dalle tasse degli studenti. L'Ateneo fiorentino si trova in una situazione economica particolarmente disastrosa, per colpa di politiche di gestione speculative.
Il nostro Ateneo, nonostante sostenga da quattro anni di non avere dati ufficiali sulla suddivisione degli studenti per fasce di reddito, ha in programma una revisione del sistema di tassazione studentesca. Come è possibile formulare una proposta verosimile in queste condizioni? È evidente che questa omissione è strumentale e serve a dare alla revisione una parvenza di legittimità.
Sebbene la legge preveda che il totale della contribuzione studentesca non possa superare il 20% dei trasferimenti ministeriali, da anni l'Ateneo fiorentino supera questo limite non restituendo l'eccedente agli studenti.
La proposta in discussione implica un aumento complessivo della contribuzione studentesca, con l'intento di accollare il peso del risanamento sulle nostre spalle.
Non possiamo essere considerati come utenti che devono pagare per un diritto che dovrebbe essere garantito quasi gratuitamente. Questa sempre maggiore tassazione costituisce un blocco per il libero accesso alla cultura, svilendo ogni giorno di più il ruolo dell'Università Pubblica.
Una modifica del sistema vigente è comunque necessaria, vista l'iniquità dell'attuale fasciazione, che: è regressiva: i redditi più alti contribuiscono, in proporzione, di meno; non prevede la "fascia zero": i borsisti ARDSU che perdono la borsa di studio per motivi di merito, attualmente si trovano a pagare anche le tasse universitarie; colloca in fascia massima chi ha un reddito superiore ai 40.000 euro ICE (l'attuale sistema di autocertificazione).
Crediamo che qualsiasi proposta di fasciazione debba essere basata su principi di reale equità tra tutti gli studenti.
Pingback: badaruniter blog