CRONOMENSA: TUTTI I MISFATTI DELLA VICENDA!

MENSA1996: Comune di Firenze ed Immobiliare Novoli (capitali FIAT) siglano una convenzione che stabilisce la cessione di parte del terreno di proprietà di quest'ultima nell'area di Novoli al Comune. Per la parte rimanente è prevista un'opzione che prevede la possibilità per l'Università di acquistare edifici nell'area allo scopo di costruire un nuovo "campus". Il Comune, siglato questo accordo, si disinteresserà completamente della pianificazione del nuovo Polo universitario e non richiederà alcun mq. del fondo ad uso pubblico per calmierare il prezzo futuro dei servizi pubblici non previsti dal progetto.
1997: Il Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo da' il via libera al trasferimento, nonostante il parere contrario del Consiglio di Facoltà di Architettura, dei dipendenti e di parte dei rappresentanti degli studenti. L'Università si pone però in modo passivo, il campus sarà costruito per conto di Immobiliare Novoli che lo consegnerà “chiavi in mano”, non si approfondisce a sufficienza la necessità di servizi quali ad esempio la mensa (anche se di competenza dell'Ardsu, in quel momento commissariata, ma non crediamo rilevante questo aspetto), che non figurava nel progetto, né si controlla la qualità e la sicurezza della costruzione. Né ci si preoccupa di fare pressioni sul comune affinché venga cambiata la destinazione d'uso di aree potenzialmente facenti parte del campus, che Immobiliare classificherà quindi come commerciali, le più remunerative.

2002: La nuova presidente dell'Ardsu, Silvia Fissi, si accorda con Immobiliare Novoli per la costruzione della Casa dello Studente, nel contesto di questo accordo l'Ardsu chiede anche la costruzione della mensa (che prima doveva essere costruita da un'altra parte) senza però che sia specificato nell'accordo il prezzo di acquisto né il luogo dove verrà costruita. Immobiliare procederà quindi secondo la propria convenienza (legittima) costruendo la mensa dove ritiene opportuno, conscia del fatto che avrà un notevole potere contrattuale sul prezzo futuro. Nessuno si preoccupa di cambiare il piano regolatore regionale né la destinazione d'uso del fondo dove sorgerà la mensa.

2003: Viene inaugurato il nuovo Polo delle Scienze Sociali, a gennaio studenti, professori e lavoratori si sono insediati nella struttura (già pericolante), nonostante manchino servizi essenziali quali: la biblioteca , il bar, la mensa, eventuali spazi di aggregazione (tuttora latenti). L'assenza di questi servizi è un fatto grave e palese, denunciato da noi studenti con largo anticipo, che necessitava soluzioni preventive. La costruzione della mensa parte invece quando già ci aggiriamo spaesati per via delle Pandette. Dopo qualche mese viene ultimato il prefabbricato che ospita attualmente la mensa provvisoria, che viene presentata agli studenti come una sistemazione temporanea, ma che in realtà durerà per più di due anni.

2006: Completata la costruzione di E2 ed E3, si tratta di palazzi fatiscenti ed inguardabili, mancanti dei minimi requisiti di sicurezza, come denunciato da critici autorevoli e dal nostro Collettivo già nel mese di marzo. La Casa dello Studente viene inaugurata prematuramente, quasi di nascosto, un sabato mattina, senza che nessuno studente ci abbia messo piede finora (inagibilità dovuta a perdite ed umidità). Soprattutto la mensa non può essere acquistata perchè Immobiliare Novoli chiede un prezzo esagerato (5000 € al metro quadro), in quanto il fondo è classificato come commerciale e potrebbe quindi essere venduto con maggiore lucro a privati. Immobiliare Novoli è riuscita ad intavolare un rapporto tra soggetti di diritto privato e lo statuto dell'ARDSU non permette l'acquisto di fondi ad uso commerciale. La trattativa sembra arenarsi, i consiglieri di amministrazione non vogliono correre il rischio di incappare in un illecito amministrativo e gli studenti rimangono nel loro prefabbricato o seduti sul cemento a mangiarsi un panino del bar. Nonostante ciò una parte consistente dei rappresentanti degli studenti preme affinchè l'Ardsu non acquisti a quelle condizioni per non appesantire in modo insostenibile il suo bilancio.

Ottobre-Novembre 2006: Passano dei mesi, ma l'ARDSU non acquista la mensa ne si preoccupa per i disagi degli studenti, che, ad esempio, al Polo Scientifico di Sesto non hanno a disposizione una mensa, vera o prefabbricata che sia. Il Comune si crogiola nel suo disinteresse sulla questione. Intanto Immobiliare Novoli minaccia la cessione del fondo a privati ed accellera la cessione della parte rimanente nella quale forse dovrebbe insediarsi una profumeria, nel braccio di ferro nessuno può contrastare la FIAT. Gli studenti nel frattempo si rendono conto che il punto cruciale è il cambiamento della destinazione d'uso e fanno pressioni sul Consiglio Comunale che potrebbe cambiarlo per decreto. Nessun altro fino a quel momento si era evidentemente reso conto di questa possibilità.

20 Novembre 2006, lunedì

ore 15: all'Ordine del Giorno del Consiglio Comunale è stato inserito un punto sulla mensa, alcuni consiglieri hanno intenzione di proporre un cambiamento della destinazione d'uso, diversi studenti presenziano alla seduta. La discussione sulla mensa di Novoli viene spostata alla riunione successiva.

ore 15: si riunisce in seduta straordinaria il CDA dell'ARDSU con un punto sulla mensa di Novoli, come da mesi a questa parte. Stavolta il CDA ha però molta fretta: si deve dare subito mandato al presidente di procedere all'acquisto della mensa, la mozione viene approvata da tutti senza discussioni, l'unico voto contrario è quello del rappresentante degli Studenti di Sinistra (in CDA Ardsu ci sono due rappresentanti degli studenti, uno per gli Studenti di Sinistra, l'altro per Lista Aperta). L'offerta di acquisto è di 4,7 milioni di euro. E' stata l'unica decisione di quel consiglio straordinario.

Contemporaneamente si stava riunendo il Consiglio Comunale, al quale forse sarebbe stata opportuna la partecipazione dei consiglieri di amministrazione Ardsu, che evidentemente dovevano essere interessati a quello di cui si discuteva… o forse no? Non si poteva convocare quel Consiglio di Amministrazione straordinario nei giorni successivi alla decisione del Consiglio Comunale? Qual'è stato il fine di questo acquisto affrettato? Non si voleva correre il rischio di acquistare la mensa ad un prezzo più basso? A chi ha giovato? Non è che per caso sono stati usati soldi pubblici per fini privati?

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